Mi occupo di valutazione neuropsicologica e stimolazione cognitiva con pazienti con MCI e demenza lieve. Durante la seconda ondata di Covid-19 ho iniziato a convertire le stimolazioni cognitive, prima evidentemente in presenza, in modalità a distanza. Per fare questo, ho dapprima svolto una breve indagine tra i caregiver, per sincerarmi che tutti avessero a disposizione pc o tablet (la Clinica Geriatrica avrebbe eventualmente messo a disposizione dei fondi e/o dispositivi propri per coloro che ne avessero avuto bisogno). Non sono emerse criticità in questa fase: in particolare i caregiver figli si sono detti entusiasti e disponibili a munire i pazienti dei dispositivi e di avviare, seguendo gli stessi orari e tempistiche delle stimolazioni dal vivo, la seduta di stimolazione. Data l’urgenza di convertire in tempi rapidi le stimolazioni, ho cominciato a vedere i pazienti tramite piattaforma Google Meet, utilizzando tutti quegli esercizi che prevedono una risposta ed un’interazione esclusivamente verbale tra paziente e operatore (i.e. ROT, ricordo di un racconto, fluenze e simili). Nel frattempo, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia Generale, abbiamo ideato e stiamo attualmente implementando su piattaforma digitale degli esercizi cognitivi sul modello di quelli proposti dal noto libro “Demenze. 100 Esercizi” di Iannizzi e colleghi. L’idea è quella di continuare con i tre mesi (24 sedute, 2/settimana per 50 minuti) di stimolazione cognitiva che solitamente propongo, dividendo le sedute in due fasi: la prima, di 12 sedute online su piattaforma Google Meet e/o zoom, come già avviene ad oggi. La seconda fase, invece, sarà composta da 6 sedute online e 6 sedute offline, in cui il paziente completerà gli esercizi sul software menzionato sopra (durata max 30 minuti). Avrà a disposizione un tasto “help”, che potrà premere una sola volta a seduta e che lo collegherà direttamente ad una stanza virtuale con un riabilitatore (uno dei miei collaboratori tirocinanti). Dall’esperienza recente noto che per molti pazienti il passaggio alla modalità a distanza non ha costituito un grosso trauma, anche per coloro che non hanno mai usato un computer prima. Si dicono tutti entusiasti di poter continuare a fare le nostre attività e che non notano grandi differenze rispetto alle stimolazioni dal vivo. Sebbene a distanza, credo sia importante mantenere un contatto online e non lasciare il paziente all’esecuzione autonoma degli esercizi, a motivazione della modalità “ibrida” che mi sento di proporre.
Ambito applicativo | Riabilitazione |
Età degli utenti | Anziani |
Contesto degli operatori | Ospedale |
Protocolli applicati | Creati ad hoc |
Durata della presa in carico | Fino a 3 mesi |
Piattaforma utilizzata | — |
Strumento utilizzato dall’operatore | — |
Strumento utilizzato dall’utente | — |
Problemi e criticità riscontrate | Un caregiver anziano può avere a sua volta difficoltà a preparare il “setting digitale”. – Pazienti gravi perdono il contatto con l’operatore nella modalità a distanza. Non ho grosse esperienze di questo, occupandomi perlopiù di MCI e demenze lievi, ma tra coloro che presentano maggiori compromissioni effettivamente ho registrato importanti difficoltà nell’interazione online. – Assicurarsi che il caregiver non interferisca nell’esecuzione degli esercizi. |
Soluzioni ideate | Link a stanza virtuale ricorrente e, in alcuni casi, inviato al caregiver prima della seduta di stimolazione cognitiva tramite mail o whatsapp. -Contatto telefonico pre seduta per risoluzione di eventuali problemi tecnici e per guidare, qualora necessario, l’accesso nella stanza virtuale. |
Strumento utilizzato dall’utente | Sì |