Autore: Simona Cintoli
Contatto: s.cintoli@gmail.com
In Italia, con la pandemia attualmente in corso, circa un milione e 100 mila persone affette da demenza rappresentano una categoria particolarmente a rischio, non solo per il pericolo di contagio ma, soprattutto, per una mancata continuità delle cure. La mancanza di accesso all’assistenza specialistica può avere come conseguenze dirette la diagnosi ritardata o assente e la gestione non ottimale dei sintomi. L’utilizzo di interventi da remoto può rappresentare una valida risposta per garantire l’erogazione dei servizi necessari durante la quarantena, l’isolamento o nel periodo di applicazione delle norme di distanziamento sociale. Purtroppo, in ambito ospedaliero-ambulatoriale, servizi quali la valutazione neuropsicologica sono stati trascurati a causa di mancanza di protocolli condivisi trasferibili in remoto e piattaforme on-line formalizzate dedicate alle prestazioni ambulatoriali con accesso dedicato sia al personale medico sia ai professionisti sanitari non medici, quali psicologi. Dalla mia esperienza si è quindi reso necessario creare un primo protocollo fruibile a distanza di valutazione neuropsicologica per i pazienti di età compresa tra i 50 e gli 80 anni con la quinta elementare. I pazienti dovranno essere indirizzati dallo specialista neurologo in seguito a colloquio clinico e visita neurologica effettuata in presenza o in televista, con indicazione di approfondimento diagnostico. I pazienti saranno inizialmente sottoposti a screening cognitivo (Mini Mental State Examination) e, successivamente, verranno somministrati test cognitivi dominio-specifico selezionati sulla base degli studi di convalida presenti in letteratura con taratura su campione italiano.
Ambito applicativo | Valutazione |
Età degli utenti | Anziani |
Contesto degli operatori | Ospedale |
Protocolli applicati | In base a pubblicazione |
Durata della presa in carico | — |
Piattaforma utilizzata | — |
Strumento utilizzato dall’operatore | — |
Strumento utilizzato dall’utente | — |
Problemi e criticità riscontrate | La prima criticità è sicuramente il controllo delle molte variabili, quali l’effetto della presenza di un familiare, le distrazioni e gli ausili dell’ambiente, il corretto funzionamento dei devices. La seconda criticità, propedeutica alla messa in routine del protocollo proposto, è l’assenza di una piattaforma on-line formalizzate dedicata alle prestazioni ambulatoriali con accesso dedicato sia al personale medico sia ai professionisti sanitari non medici, quali psicologi. |
Soluzioni ideate | Per arginare alla prima criticità è consigliabile seguire delle line guida sulle buone pratiche verso la cura dei pazienti con demenza, come quelle stilate dalla task force multidisciplinare dell’Alzheimer Society of Canada. Fondamentale anche il contatto telefonico a priori con il paziente e/o il familiare, in modo da valutare le variabili specifiche per ogni caso. Per ovviare alla seconda criticità, è necessaria la collaborazione di più attori, tra i quali le amministrazioni territoriali. Geddes MR et al., 2020 Alzheimers Dement (Amst). Metitieri T et al. 2001 Int J Geriatr Psychiatry. |
Strumento utilizzato dall’utente | Sì |